Una camicia, una storia.

E collo e polsi e cuci e taglia e guarda e scegli. E ricomincia. Certi uomini li riconosci dalla camicia, dalla stoffa e dal colore. Dal collo e dai bottoni. Da quelle piccole lettere nascoste agli occhi della gente, ma che ci sono. Che stanno lì a ricordare cosa siamo. Chi siamo. Certi uomini li riconosci.

Una camicia è una storia e chi non lo sa non sa cosa è una camicia. E non sa che tante volte è la camicia a scegliere noi, perché quel giorno è così. Perché ha deciso che quello è il giorno che starà con noi. Che uscirà con noi, che sarà sulla nostra pelle.

Una camicia è più di una cravatta o di un polsino o di un paio di gemelli: no, la camicia viene prima. A prescindere da loro, che sono lì solo per farle compagnia. Se vogliamo noi, se vuole lei.

Una camicia, una storia: la camicia preferita, quella fortunata, quella legata a quel ricordo, a quella donna e a quel giorno, -ma che camicia avevo?-, e quella da indossare domani. Quella blu. Quella bianca. Quella lì.
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Una camicia, una storia che ci accompagna. Fatta per me, tagliata su di me, la mia camicia, mia e basta.
Ecco, io lavoro per uomini così. Lavoro per passione e con passione. Io le camicie le taglio e le modello perché ognuna sia una storia. Le faccio con le mie mani, scegliendo il meglio, curando ogni dettaglio, così come mi ha insegnato mio padre che lo aveva imparato da suo padre. Mio nonno. Io nelle camicie che faccio ci metto l’anima.
Perché ogni camicia è una storia.

Roberto Marino